Sono passati 70 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz. Dalla fine di un orrore che però è rimasto ben vivo nella memoria dei superstiti e che deve esserlo anche nella memoria collettiva. Un orrore fatto di ossa, fame, freddo, soprusi, sfinimenti, gas, morte e privazione di qualsiasi diritto umano.
Contro ogni forma di negazionismo, anche quest’anno, il Consiglio comunale di Fiumicino ha voluto ricordare la data del 27 gennaio, in memoria di quello che fu, ma soprattutto per fare in modo che simili tragedie non smettano di essere motivo di vergogna per il genere umano.
Eppure, oggi più che mai dobbiamo interrogarci. Sull’ondata di antisemitismo e di violenze che ancora vorrebbero imporsi. Preoccupa quanto avvenuto a Parigi, nella redazione del giornale Charlie Hebdo così come nel negozio kosher o le stragi di Boko Haram.
Preoccupa l’affermazione di alcuni partiti di estrema destra che ci proiettano, con la mente, a quello che potrebbe succedere nella Francia di Marie Le Pen o a casa nostra, con la Lega. Movimenti che, historia magistra vitae, trovano spazio proprio in tempi di crisi economica e sociale, facendosi largo tra povertà, rabbia e insoddisfazione.
Piaghe sociali che possiamo combattere diffondendo la cultura della tolleranza, della condivisione e del rispetto verso il prossimo, ma anche ampliando le politiche di welfare, le politiche abitative, creando nuova occupazione e lavorando affinché ad affermarsi siano sempre più i principi democratici, lontano da ogni forma di autoritarismo.